Vuelta a España 2018, Aru: “Non faccio proclami, ma non mi nascondo”

Fabio Aru si appresta a vivere un crocevia importante della sua stagione. Profondamente deluso da una prima parte di 2018 corsa molto al di sotto delle aspettative, con il ritiro dal Giro d’Italia che è una ferita ancora aperta, il capitano dell’UAE-Emirates avrà nella Vuelta a España 2018 il giusto terreno per mettersi alle spalle questi mesi difficili. Vincitore della corsa iberica nel 2015, il sardo sarà uno dei corridori da tenere maggiormente sott’occhio, anche se lui stesso è abbastanza indeciso a cosa potrà realmente puntare. Mai come quest’anno la lotta alla Maglia Rossa si preannuncia aperta, e Aru vorrà sicuramente far parte del lotto dei pretendenti vincitori.

Il fatto di aver compreso la natura dei problemi fisici sorti alla Corsa Rosa è un elemento che può già far tirare un sospiro di sollievo all’ex Astana: “Abbiamo fatto molte prove che hanno evidenziato la mia difficoltà nell’assimilare grandi quantità di glutine – ha spiegato Aru in un’intervista a Marca– Inutile dire che in una grande gara a tappe ne viene ingerita molta. A ciò va aggiunta una certa intolleranza alla caseina (fosfoproteina presente nel latte e in alcuni suoi derivati, ndr). Fortunatamente il problema è stato identificato, abbiamo cambiato abitudini e ora speriamo che ciò si possa notare anche in corsa”.

La debacle del Giro ovviamente non è stata facile da superare, soprattutto per il fatto “di aver deluso quelli che credevano in me”. “Tuttavia penso sempre, e ora ne sono ancora più convinto, che dalle sconfitte si possano ottenere lezioni importanti ed essere ancora più motivati per le corse successive. Adesso avrò l’occasione di mostrare la mia miglior versione“.

Il 28enne di Villacidro avrebbe avuto piacere a correre il Tour de France, ma in accordo coi medici “la decisione più saggia era quella di riposare”. La corsa transalpina, con la vittoria di Geraint Thomas, ha però dato dimostrazione di come sia difficile fare i pronostici per i Grandi Giri “Al Tour abbiamo visto che ci possono essere delle sorprese in classifica generale – ha continuato – I tre sul podio sono andati forte ma Thomas inizialmente non era considerato da tutti come uno dei favoriti. Alla Vuelta può succedere qualcosa di simile, non c’è un blocco chiaro di favoriti. Dipenderà molto dalle circostanze di corsa”.

L’ex maglia gialla, comunque, rientra tra i papabili per la vittoria finale: “Non voglio fare proclami, ma non mi nascondo. È una corsa da conquistare giorno per giorno. Devi correre per 21 giorni senza errori. Sappiamo quanto il ciclismo possa essere crudele, in un secondo le tue aspirazioni possono scomparire. La Vuelta è comunque diversa, perché non c’è così tanto controllo dei team. A poco a poco alcuni favoriti scenderanno in classifica, ma la tappa di Lagos de Covadonga potrebbe essere quella decisiva”.

Dichiarando il suo amore per la corsa che lo ha consacrato nel 2015, “per le tappe, per le montagne e per i tifosi che sulle strade mi hanno sempre dimostrato grande affetto”, il campione sardo ha ovviamente un occhio al Mondiale di Innsbruck 2018, pur rimanendo concentrato sulla Vuelta: “Il Mondiale è un grande obiettivo, ma in questo momento non ci penso – ha affermato – La mia mente è a Malaga e all’inizio della Vuelta. L’Italia lotterà per la vittoria e a me piacerebbe essere ad Innsbruck, però questo non è il momento per pensarci troppo”.

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